martedì 27 marzo 2012

Ipotesi di programma



"Compagni di viaggio" - ispirazione e riferimenti






ALTRI PROGETTI (conosciuti durante la consegna)

De Kamers (Rotterdam) - Korteknie Stuhlmacher Architecten


Singolare caso di architettura "pubblica" nel senso più ampio del termine nella civilissima Olanda: questa struttura si trova in una piccola periferia, di quelle nate in fretta da un'urbanizzazione poco pianificata. In questo contesto si inserisce l'investimento di un privato con il generoso supporto della popolazione e della municipalità per l'edificazione di uno spazio che sia inteso come "public living room", come un salotto pubblico nel quale sia possibile svolgere una vasta gamma di funzioni. Il budget di cui si disponeva era molto basso, da ciò deriva la decisione di caratterizzare in massima parte l'interno piuttosto che l'esterno che è caratterizzato da semplici volumi cubici rivestiti in legno adattabili a diverse funzioni. Attenzione particolare è stata data al carattere di ogni singola stanza come all'uso della luce del giorno, caratteristica dell'architettura olandese in generale.








Analisi sintetiche urban voids



domenica 18 marzo 2012

PROGETTO URBAN VOIDS


Inquadramento: 
Italia, regione Lazio



Il Lazio affaccia sul Mar Tirreno ad ovest, che presenta un litorale sabbioso per tutto il tratto di competenza, mentre ad est risente di alcuni rilievi appartenenti alla catena dell' Appennino Abbruzzese come i Monti Sabini, i Monti Ernici e la cima del Terminillo. La fascia occidentale preappenninica è articolata in due gruppi di origine vulcanica: quelli a nord di Roma (Volsini, Sabatini e Cimini) e quella a sud (Ausoni, Volsci, Aurunci, Colli Albani).
Si registra la presenza di alcuni laghi di origine vulcanica sparsi nel territorio, a nord quanto a sud (Lago di Bolsena, Lago di Vico, Lago Albano), che dimostrano la passata attività del sottosuolo di questa zona. 
Attraversano il territorio numerosi fiumi tra i quali il Tevere e l'Aniene, che caratterizzano anche il territorio di Roma.


Roma, settore sud-est 


La geografia di Roma è caratterizzata principalmente dai sette colli della tradizione (Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale, Viminale) e dal corso del fiume Tevere nel quale confluisce anche l'Aniene. Clima Temperato, Gennaio: max 13° min 4° , Luglio: max 29° min 18°.  Precipitazioni maggiori in 
novembre e dicembre, venti prevalenti spirano da sud-ovest nei mesi estivi e nord-est nei mesi invernali. 
Il settore sud-est come gran parte del territorio romano è caratterizzato da abbondanti giacimenti di tufo, derivanti dall'attività del "vulcano laziale", ovvero la struttura geologica dei Colli Albani, attuale paesaggio dei Castelli Romani. A partire da Albano i bordi dell'antico cratere vulcanico formano un enorme cerchio che passa per Castelgandolfo, Grottaferrata e Velletri. Il tufo iniziò ad essere usato da Etruschi e Romani come materiale da costruzione in quanto roccia piuttosto resistente ma leggera e
lavorabile, grazie all'ampia disponibilità. Gli insediamenti romani si sviluppano a partire dagli assi stradali della Via Appia (strada consolare) che collegava Roma a Brindisi all'epoca il più importante porto per la Grecia e l'Oriente, e della Via Latina  che da Roma andava in direzione sud est per circa 200 km.
(a differenza della maggior parte delle strade romane, non porta il nome del costruttore, suggerendo così che si tratti di una delle strade più antiche). Ampie parti della Via Appia si sono preservate fino ad oggi e lungo la parte più vicina a Roma si possono ammirare numerosi resti di epoca romana e catacombe di epoca paleocristiana, nell'ambito del Parco Naturale Regionale dell'Appia Antica. Intorno al 1780 venne costruita l'attuale Via Appia Nuova quasi parallelamente a quella originaria. Anche la Via Casilina è di origine romana, congiungeva Roma a Casilinum, l'odierna Capua. La Via Tuscolana ha invece origini medioevali, collegava Roma alla città di Tuscolo ed è scavalcata dall'Acquedotto dell'Acqua Felice con un arco conosciuto come Porta Furba.



 ZONA 1 -   Macroarea A
                    Urban Voids n° 5 
                     Via dei Cessati Spiriti
                     Via Arrigo d'Avila


L'area si trova nell'attuale Municipio IX di Roma, che dal punto di vista urbanistico si è creato a partire dalle Mura Aureliane, con una serie di Piani Particolareggiati che mano a mano attuavano il più generale Piano Regolatore del 1931. Il territorio si è via via caratterizzato, per quanto riguarda le tipologie insediative, in aree omogenee, alcune anche di pregio, realizzate prima della II guerra mondiale dall'Istituto Case Popolari e da cooperative edilizie di lavoratori. Nella stessa epoca nascevano comparti a villini, esempi di una espansione urbana che conservava un carattere di periferia rurale. 
Nel dopoguerra si diffondono interventi edilizi di tipo intensivo, realizzati da Enti e Istituti di diritto pubblico, caratterizzati da densità molto elevata e bassa qualità. Gli spazi rimasti liberi vengono riempiti
dall'edilizia privata con palazzine di tipo semi-intensivo nelle fasce prossime alla Caffarella, e con palazzoni compatti nelle altre aree, soprattutto in prossimità delle direttrici di maggior traffico.
Il 18 dicembre 1962 il Comune approva un nuovo P.R.G., che determinava definitivamente l'espansione lungo la via Latina, la via Appia Nuova e la via Tuscolana, comprendendo cementificazioni sulla via Latina e agli acquedotti (realizzate) e autostrade al centro della Caffarella (fortunatamente disattese).
Il 16 dicembre 1965 il Ministro per i Lavori Pubblici Giacomo Mancini, nel momento di approvare il P.R.G. definitivo, definì di interesse nazionale tutta l'Appia Antica, con destinazione a "verde pubblico", riuscendo a scampare alla speculazione edilizia. 
Sia per la collocazione che per il tipo di processi a cui è sottoposto, il IX Municipio va considerato come area con caratteri di semi-centralità. Dal punto di vista residenziale, palazzine e villini convivono con zone a edificazione intensiva e residui di borgate.


Via dei Cessati Spiriti si trova a un passo da Largo dei Colli Albani, e deve il suo nome, secondo un’antica leggenda, all’"osteria dei Cessati Spiriti", l’attuale “Locanda degli Spiriti Allegri”, che affaccia su di essa. Nella periferia romana dell'800, i viaggiatori che vi alloggiavano erano puntualmente derubati del carro che sostava all'uscita; una vota fuori però non trovando i ladri, essi attribuivano la responsabilità dei furti agli "spiriti" che infestavano la valle. Per "esorcizzare" il luogo, sulla facciata di uno degli edifici fu collocata, nell'800, una immagine della Madonna, da cui si poté dire che "gli spiriti erano cessati"; questa statuetta si conservava fino a pochi anni fa, quando è stata abbattuta a sassate. L'edicola sacra, ormai vuota, è tuttora presente sul prospetto della locanda che si affaccia su via dei Cessati Spiriti; dopo pochi metri si incontra un fontanile del 1890 targato S.P.Q.R., usato per abbeverare le bestie che transitavano lungo la strada. Accanto al fontanile sono presenti altre costruzioni: una casetta a due piani, una ex fonderia e un grosso granaio. Tutto il complesso è però in forte stato di abbandono,  nel terreno circostante dovrebbero essere inoltre sepolti i resti di un impianto termale e dell'acquedotto Antoniniano, che, staccandosi dall'acquedotto Marcio all'altezza di porta Furba, costeggiava la via Latina fino alle Mura, e infine arrivava alle Terme di Caracalla. L'amministrazione ha mostrato interesse per l’area valutandone le caratteristiche e proponendone diverse destinazioni d’uso nei vari P.R.G.: giardino privato salvando il solo fontanile come memoria storica nel1972, verde pubblico con l’installazione di servizi di pubblica utilita’ nei locali restaurati nel 1994; nel 1997 , la “Variante delle certezze” modifica la destinazione urbanistica della zona, portandola dalla zona N (=verde pubblico) e D (=completamento) a zona B2 
 (=conservazione tessuto edilizio e viario): viene così proposta la collocazione di un autolavaggio e dei servizi annessi.In considerazione dell'impatto del progetto in questione sul patrimonio storico, artistico, paesistico, archeologico, naturale e ambientale della via Latina, la costruzione dell'autolavaggio è sospesa, ed oggi l’area rimane abbandonata, priva di funzioni. 
L'intorno è costituito da palazzine di 7-9 piani dotate di servizi o garage a pianterreno. L'area gode anche della vicinanza con la via Appia Nuova, ormai divenuto asse commerciale, ed è riscontrabile un numero alto di bambini tra i 5 e i 12 anni, poco più avanti infatti alla fine di Via dei Cessati Spiriti, sul lato che confina con il parco si incontra un grande istituto elementare.













Questo luogo colpisce proprio perchè manifesta la sua storia, anche se nella rovina, e il tema delle nuove costruzioni in diretto contatto con la storia e con l'esistente è  in generale un tema molto affascinante, perchè da la possibilità di creare un filo diretto con l'identità primaria del luogo. Sarebbe interessante riallacciarsi a tematiche come quella dell'antica osteria, calando nel contesto qualcosa che abbia a che fare con tradizioni eno-gastronomiche di Roma e dintorni, qualcosa che sia a metà tra museo e degustazione.



ZONA 2 - Macroarea E
                 Urban Voids n° 32
                 Via dell'Acquedotto Alessandrino
                 Via Carlo della Rocca

La zona è compresa nel territorio di pertinenza del VII MunicipioTra il II secolo a.C. fino alla prima età imperiale, importanti ville residenziali vennero edificate dalla classe senatoriale e dalla famiglia imperiale che predilessero il territorio del Prenestino per la loro villeggiatura. Vennero costruite residenze, mausolei, edifici funerarie, e le prime basiliche paleocristiane. Restano moltissimi resti di età romana uno dei quali è il mausoleo di S. Elena (madre dell'imperatore Costantino), spazio circolare che aveva una copertura a cupola che venne alleggerita tramite l’inserimento di pignatte (antiche anfore) oggi visibili a causa del parziale crollo della volta. Proprio da queste caratteristiche anfore, prende il nome il Mausoleo e di conseguenza la via e il quartiere circostante: Torpignattara. Altro caratteristica è il tratto dell'Acquedotto Alessandrino.
Dall'800 in poi questa zona ha visto il proliferare di baracche e abitazioni fatiscenti dove risiedevano gli strati più bassi della popolazione, la periferia operaia vera e propria. Nel territorio dell’attuale VI Muncipio, vi erano, nel 1968, 1890 famiglie residenti nelle baracche, proprio negli anni in cui il mondo della cultura iniziava ad interessarsi al mondo “marginale” dei baraccati romani, visto come qualcosa di inquietante. Pier Paolo Pasolini fu, da questo punto di vista, un antesignano: nei suoi romanzi, "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta" (pubblicati ambedue negli anni cinquanta), riuscì a dar voce al popolo delle baracche, ai giovani soprattutto, che esprimevano le speranze, i sogni, la volontà di uscire dal mondo dell’emarginazione. Ad “Accattone”, opera cinematografica di Pasolini, dobbiamo le immagini più belle sui borghetti della periferia romana. 
Il Boom economico degli anni sessanta portò alla ristrutturazione dei vecchi edifici, all’abbattimento della quasi totalità delle baracche e alla costruzione degli edifici abitativi di tipo intensivo: gli anni che vanno dal 1945 fino alla metà degli anni ’70 hanno rappresentato, il trionfo della speculazione selvaggia. Questo fenomeno di abusivismo edilizio è passato alla storia come il “terzo sacco di Roma”. Dal 1981 la città di Roma assiste ad un costante, decremento demografico, fenomeno del quale soffrono le zone centrali e quelle a ridosso del centro della città, come quella in esame. Dagli anni '90 un'ulteriore trasformazione si è avuta con l’arrivo di extracomunitari, la maggior parte dei quali oggi occupa quella nicchia sociale lasciata vuota dalla popolazione locale, relativamente soprattutto ai settori del lavoro manuale. La società multietnica è diventato un elemento caratteristico del VI Municipio di Roma. 


L'isolato  Via dell'Acquedotto Alessandrino / Via Carlo della Rocca gode di un fronte aperto direttamente davanti ai resti dell'Acquedotto Alessandrino che venne realizzato nel 226 per volontà dell'imperatore romano Alessandro Severo. La sua funzione consisteva nel portare l'acqua alle terme di Nerone che erano situate in Campo Marzio presso il Pantheon (pressapoco nella zona occupata oggi da Palazzo Madama) e che erano state radicalmente ristrutturate dallo stesso imperatore. Le sue acque venivano captate in località Pantano Borghese, lungo l'antica via Prenestina. Le arcate dell'acquedotto Alessandrino, che si sviluppava in speco sotterraneo fino alla 
tenuta di Torre Angela, sono tuttora visibili sui vari fossi fino a via di Tor Pignattara e nei quartieri Centocelle e Alessandrino, in viale Palmiro Togliatti - dove le arcate raggiungono la massima quota, ca. 15m, da qui lo speco procedeva nuovamente interrato fino ad entrare in Roma dalla zona cosiddetta ad spem veterem (attuale Porta Maggiore). Si è calcolato che la portata giornaliera di acqua fosse di 21.632 m3. Oggi le stesse sorgenti sono utilizzate dall'acquedotto Felice, realizzato nel 1585 per volontà di papa Sisto V. Come gli altri tratti superficiali dell'acquedotto la zona venne sottoposta a vincolo paesaggistico e venne creato un percorso naturalistico intorno a questi resti archeologici. La zona avrebbe un potenziale ambientale e "ricreativo" davvero alto se non fosse abbandonata al degrado. Il territorio infatti non è di pertinenza dell'AMA, e alla cura del parco pensa una piccola ditta che purtroppo non ha i mezzi per gestire al meglio la situazione. E' rilevante anche il fatto che l'isolato gode di una posizione geograficamente molto favorevole perchè orientata in direzione sud-est e non soffocata da edifici troppo alti, che consentono quindi un grande soleggiamento da sfruttare nella stagione invernale.




L'area gode di una posizione tutto sommato favorevole perchè in asse con l'attraversamento carrabile dell'acquedotto, con il parco Giuliano Sangallo, che si sviluppa dietro di esso, (le cui problematiche stanno molto a cuore agli abitanti di Torpignattara che hanno costituito diversi comitati spontanei di tutela), e con la piazza pavimentata di ritrovo per giovani e bambini del posto, anch'essa tutta'altro che ben tenuta. L'intorno è costituito da edifici molto variegati, si va da palazzine di 6/7 piani a case basse di 2/3 piani abbastanza fatiscenti in più punti rimaneggiate.



Torpignattara è una zona che colpisce per la sua popolarità verace, per il disordine e la mancanza di regole che si ritrova nel suo assetto urbanistico, ma anche per le grosse opportunità che possiede sul piano ambientale e archeologico, che non sono nè sviluppate nè tantomeno potenziate. Il collegamento visivo dell'area in questione con la vicina piazzetta del parco e l'alta frequentazione di essa da parte dei bambini del quartiere suggerisce la creazione di uno spazio adatto a loro che faccia da sponda e da contrappunto al polmone verde del parco.